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L'escursionismo nei Monti Lucretili

Vincenzo Lattanzi
Pubblicato da in Escursionismo · 9 Gennaio 2010

Escursionismo nel Parco Naturale Regionale dei  Monti Lucretili

Si potrebbe sostenere che l’escursionismo, inteso come percorso a piedi in un ambiente naturale, sia nato con l’uomo stesso. Fin dagli inizi della sua storia, infatti, l’uomo si è trovato a confrontarsi, nei suoi spostamenti, con l’ambiente (pensiamo all’uomo del Similaun, un vero e proprio alpinista “ante litteram”), ma ciò avveniva essenzialmente per soddisfare i suoi bisogni primari, per i commerci, anche per motivi religiosi (ricordiamo le vie ed i sentieri battuti per secoli dai pellegrini, in molte zone, come le nostre montagne, fino a pochi decenni fa). D’altro canto nelle classi sociali più colte ed agiate, è dal 1600 in poi che, in seguito a movimenti che rivalutano la vita agreste, il contatto con la natura in contrapposizione, anche morale, con la società inurbata, nascono il desiderio e la consuetudine delle “passeggiate naturalistiche”; ugualmente gli studiosi tornano a considerare l’osservazione naturalistica come indispensabile alla scienza e al suo progresso (ricordiamo, a tale proposito, gli Accademici Lincei, che avevano fatto di alcune zone di questo Parco il loro privilegiato laboratorio naturalistico), fino ad arrivare, tra il 1700 e il 1800, ad uomini come il Goethe, o l’Hackert, sempre per citare illustri frequentatori dei Lucretili, che ci mostrano come l’approccio con la natura si stesse via via impostando su nuove basi, si associasse per gli artisti al concetto del “bello” e dell’ “incontaminato”, assurgendo così a nuova dignità, anche culturale.
Ai nostri giorni l’escursionismo può far parte di una filosofia di vita, quella di chi considera l’ambiente come qualcosa di cui fruire in modo il più possibile rispettoso e responsabile; escursionismo quindi inteso non come pratica sportiva in quanto tale, prova di forza o di resistenza nella conquista di una meta, ma un modo di vivere la naturalità di ciò che ci circonda, osservare, ascoltare, muoversi in armonia e senza forzature in un ambiente non soltanto da “usare” in vari modi, ma di cui godere e da cui apprendere.
E’ questo il concetto e quindi la pratica di comportamento che la FIE ha fatto propri, curando la formazione di accompagnatori che non sono intesi perciò come “guide sportive”, ma come “interpreti naturalistici “, persone cioè in grado di guidare in un percorso naturale dandone una chiave di lettura, favorendo un inserimento equilibrato e non impattante in un ambiente che viene visto ed illustrato in tutte le sue caratteristiche peculiari.
Attualmente la parola escursionismo è legata a tantissime varianti di esecuzione e di tematiche, utilizzando mezzi antichi e di innovazione tecnologica a nostra disposizione: è possibile organizzare quindi escursioni a cavallo, in canoa, in mountain-bike, in mongolfiera, in slitta, con sci, con racchette, con attrezzatura subacquea o speleologica, ecc.; per quanto riguarda le tematiche dell’escursionismo, si potrebbe pensare ad un elenco lunghissimo che dipende dalla specificità del territorio.

Perché l’escursionismo sui Monti Lucretili ?
Perché in un Parco come il nostro, con i suoi 18 mila ha di estensione, non mancano certo le “meraviglie”: pensiamo all’integrità mantenuta da questi luoghi, che pure si trovano a pochi Km. da una metropoli come Roma, con la sua urbanizzazione sconsiderata, il traffico caotico, l’inquinamento; pensiamo alle potenzialità di interesse ed attrazione che un territorio come questo può esprimere, dall’archeologia alla flora, alla fauna, alle tradizioni popolari. Il Parco offre da questo punto di vista elementi caratteristici di grandissimo pregio: la morfologia presenta fenomeni di particolare bellezza e suggestione, come le doline carsiche, che possono portare ad esiti paesaggistici molto diversi, come il Pratone di M. Gennaro o “i Lagustelli” di Percile; la vegetazione è estremamente varia e va da specie di tipo mediterraneo a specie balcaniche, ad altre tipicamente continentali; tra le specie floreali ve ne sono molte di particolare pregio che arrivano in alcuni casi
all’endemismo come l’iris sabina o lo storace, oltre a una grande varietà di orchidee. Per quanto riguarda la fauna, la diversità e la varietà di questo territorio fa sì che vi sia una grande ricchezza di specie sia fra gli insetti, sia fra i mammiferi, che fra gli uccelli.
Tutte queste caratteristiche ambientali rendono possibile sviluppare all’interno del Parco una serie di escursioni tematiche vasta quanto varia ed interessante, nonché seguire sentieri ed itinerari di ogni grado di difficoltà, accessibili pertanto a chiunque, dai principianti ai più esperti e preparati.
Attualmente l’affluenza dei visitatori e in particolare degli escursionisti, è non tanto scarsa, quanto disorganizzata e concentrata solo su alcuni luoghi e sentieri più conosciuti e praticati, con il  rischio conseguente di danneggiamento e uso improprio del territorio. Per rispondere a questo che fino a poco tempo fa non era nemmeno riconosciuto come problema o limite.
Nel Parco si stimano all’incirca 250 Km di sentieri, ma come dicevo solo una minima parte è percorsa con una certa frequenza e non organizzata.
Tutto questo appare ancora più importante se si considera che un’attività escursionistica meglio organizzata potrebbe avere, come già avviene in altri parchi ed aree protette, una ricaduta positiva sull’economia locale, garantendo una maggiore affluenza di visitatori oltre ad una maggiore permanenza, resa possibile da una più completa ed articolata offerta di servizi e ricettività.




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